Al GIC, la difesa del calcestruzzo Made in Italy




Difendere il calcestruzzo made in Italy dalla concorrenza sleale dei Paesi extra-Ue. Sarà questo uno dei temi portanti della quinta edizione del GIC, le Giornate Italiane del Calcestruzzo-Italian Concrete Days, l’unica mostra-convegno italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature e alle tecnologie per la filiera del calcestruzzo, alla prefabbricazione, ma anche alla demolizione delle strutture in cemento armato, al trasporto e al riciclaggio degli inerti, alle pavimentazioni continue e ai massetti, in programma nei padiglioni del Piacenza Expo dal 18 al 20 Aprile 2024.

Dopo un 2022 che ha visto una contrazione dei consumi del 7,5% e un 2023 chiuso con valori negativi, per il 2024 la filiera del calcestruzzo prevede un ritorno del segno “+” nella crescita grazie all’avvio dei lavori infrastrutturali previsti dal Pnrr. Un ottimismo stemperato però dal pericolo che il comparto, che conta oltre 36mila addetti e circa di 2.700 imprese, con un fatturato che nel 2022 ha superato i 13 miliardi di euro, possa non avvantaggiarsene. Anzi. Il motivo? La concorrenza sleale rappresentata dal calcestruzzo prodotto nei Paesi extra-europei affacciati sul Mediterraneo, i quali, non condividendo gli stessi obiettivi di decarbonizzazione delle aziende europee e non sostenendone quindi i conseguenti investimenti, producono a costi notevolmente inferiori, con differenze di prezzo vicine al 30%. Una concorrenza sleale che pone anche seri problemi di sicurezza per la qualità dei materiali utilizzati nella costruzione delle nostre opere pubbliche.

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A lanciare l’allarme, Roberto Callieri, presidente di Federbeton, l’associazione confindustriale della filiera del cemento e calcestruzzo. Secondo Callieri, le importazioni dai Paesi extra-Ue sono triplicate negli ultimi 3 anni e nei primi sette mesi del 2023 hanno registrato un’ulteriore impennata del 30%.

Insomma, la filiera italiana del calcestruzzo è sotto attacco e un eventuale arresto della produzione nazionale della filiera causerebbe un’immediata contrazione del Pil del 4,1%. Naturale quindi che alla kermesse piacentina il tema della difesa del calcestruzzo “made in Italy” sarà centrale. In particolare, nel ricco palinsesto di eventi, workshop e incontri, speciali focus affronteranno le “ricette” per contrastare il pericolo delle importazioni senza controllo, che passano per il nuovo Codice degli Appalti (Art. 3 All. 1.7) e i CAM (Criteri Ambientali Minimi).

Centrale al GIC sarà il tema della carbon neutrality della filiera entro il 2050, come richiesto dall’Unione europea. Per raggiungere questo sfidante obbiettivo, il comparto ha da tempo avviato un percorso che prevede investimenti per oltre 4,2 miliardi di euro, ai quali si aggiungono extra-costi operativi quantificati in circa 1,4 miliardi annui. E proprio il GIC sarà il palcoscenico preferenziale per conoscere e discutere le principali innovazioni tecnologiche, regolamentari e legislative afferenti al settore del calcestruzzo