Politecnico di Torino propulsore di sviluppo sociale e territoriale




“Oggi il paradigma della cosiddetta “via bassa” allo sviluppo, che per anni ha caratterizzato la crescita economica del nostro Paese, è stato messo in crisi dalla globalizzazione e da uno sviluppo tecnologico incessante e non lineare. Perché le imprese italiane possano rimanere agganciate al motore dello sviluppo, occorre che l’Italia entri appieno nell’economia della conoscenza, valorizzando i motori di sviluppo locali, le migliori forze accademiche, imprenditoriali e sociali e mettendoli in rete, sul modello delle “comunità di conoscenza e innovazione”, ispirate alle Knowledge and Innovation Communities promosse dalla Unione Europea: luoghi fisici per promuovere a livello locale la collaborazione tra la tripla elica Università-Industria-Stato e i corpi intermedi tipici di ciascun territorio”. È questo modello di sviluppo, che vede le università come vero e proprio propulsore territoriale, che il Rettore Guido Saracco ha presentato nella sua relazione inaugurale per la cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2022/2023 del Politecnico di Torino di fronte al Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini.

Un’Inaugurazione che, dopo gli anni dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, intende rilanciare il ruolo delle università come motore del cambiamento prima di tutto sociale. Il Rettore parte dalle trasformazioni della città di Torino indotte dalla necessità di ampliamento dell’Ateneo, definendole “un’onda espansiva incessante”. Esemplare il caso delle Officine Grandi Riparazioni: “Il Politecnico di Torino ha dapprima raddoppiato le proprie dimensioni occupando gran parte dell’area con spazi per dipartimenti, aule, imprese e start-up, con la sede del suo incubatore I3P. Più di recente la Fondazione CRT ha ridato vita a ulteriori stabili delle ex OGR che oggi ospitano eventi, mostre e le OGR Tech, dove aziende hi-tech fanno la fila per insediarsi, a fianco di numerosi acceleratori di impresa”. E ancora: “In via Pier Carlo Boggio sono nate le Aule R, le più moderne del Politecnico, e lì vicino il Teaching and Language Laboratory, dove si formano i nostri formatori alle tecniche pedagogiche più avanzate; tra pochi mesi le auto spariranno dall’area grazie a un parcheggio multipiano dotato di colonnine per auto elettri-che e sulla piazza soprastante si affacceranno un nuovo edificio per l’espansione dei dipartimenti dell’Ala Sud e il Learning Centre, tempio della didattica innovativa intitolato a Giovanni Cottino, un nostro illustre ex allievo ingegnere recentemente scomparso. Sempre restando in zona, dal 2023 di fronte all’Energy Centre nascerà la Digital Revolution House, casa dei nostri team studenteschi, della Scuola Master e di laboratori per la transizione digitale”.

(descrizione)

Il piano edilizio che è stato recentemente varato dal Consiglio di Amministrazione, alimentato da risorse proprie, ministeriali, regionali, del comparto camerale, da donazioni e anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stimabile in prospettiva in circa 500 milioni di euro di investimenti e si completa, oltre ai già citati progetti nell’area della Cittadella politecnica, con le riqualificazioni di Palazzo Nervi di Torino Esposizioni, la nascita di una Cittadella dell’Inclusione Sociale nell’ex Manifattura Tabacchi (progetto realizzato insieme a Demanio, Ente per il Diritto allo Studio, Università di Torino, Enti territoriali e Archivi di Stato) e delle piattaforme tematiche di sviluppo che il Politecnico sta promuovendo, in collaborazione con l’Università di Torino, gli enti territoriali, le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali, le fondazioni di origine bancaria e altri attori territoriali: a Mirafiori la Città della manifattura avanzata e della mobilità sostenibile (ulteriori 16.000 m2 rispetto ai 5400 m2 già disponibili); la Città dell’Aerospazio in Corso Marche, dove Leonardo SpA ha recentemente conferito uno stabile in affidamento cinquantennale al Politecnico in cui nasceranno 12.000 m2 di laboratori di ricerca; la Città della Transizione Ecologica all’Environment Park di Via Livorno, dove il Politecnico rafforzerà la sua presenza. L’Ateneo, poi, supporterà analoghe piattaforme dell’Università di Torino: il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione e la Città della Scienza di Grugliasco.

“Un ateneo di impatto deve concretizzare le strategie in luoghi dove le persone possano proficuamente collaborare per perseguire gli obiettivi strategici”, specifica il Direttore Generale Vincenzo Tedesco, che domani predenterà nel dettaglio il piano edilizio: “Proponiamo una ridefinizione continua dell'università e dei suoi spazi in funzione dei cambiamenti sociali ma anche dei metodi e degli strumenti per la ricerca, la didattica e delle attività strumentali e di gestione a supporto delle stesse, progettando interventi di espansione e trasformazione degli edifici e delle sedi del Politecnico anche oltre il perimetro tradizionale del campus, inglobando edifici o perfino interi pezzi di città, traducendosi in processi di rigenerazione urbana ad una scala più ampia e candidandosi a vero e proprio campus urbano”.

Non ci sono però solo gli investimenti edilizi al centro dell’attività del Politecnico: “Grazie alla tenacia dei nostri professori e ricercatori e al successo registrato nei bandi PNRR porteremo i nostri proventi esterni per la ricerca a quasi 100 milioni di euro all’anno, record storico, a cui si sommano gli 80 milioni di euro per investimenti in Infrastrutture di Innovazione PNRR che, integrati di altrettanti fondi di origine industriale, ci consentiranno di arricchire i nostri laboratori della sede centrale di ingegneria, dell’Energy Centre e della Città dell’Aerospazio, nonché di rellizzare un pista per test su strada di veicoli elettrici, connessi o a guida autonoma a Trino Vercellese”, continua il Rettore.

Numerose le novità proposte per quanto riguarda la didattica e l’offerta proposta agli studenti. “Oggi servono competenze nuove”, spiega Saracco: “Dato il continuo evolversi del mondo del lavoro dovremo presto metterci nell’ottica di formare gli studenti a inventarsi il proprio lavoro. Occorre quindi esaltarne la creatività”. E il Politecnico propone un vero e proprio cambiamento di paradigma in una parte significativa del percorso didattico di tutti gli studenti, con il potenziamento delle attività legate all’interdisciplinarietà e all’introduzione di insegnamenti di humanities (filosofia, diritto, economia, socialogia, ecc.) nei percorsi tecnici, grazie anche alla nascita del Centro Studi Theseus su tecnologia, società e umanità. Il Rettore propone poi in occasione di questa Inaugurazione un’iniziativa del tutto innovativa: la Honor Program School, che nasce per dare modo a chi ha particolare talento o intraprendenza di poterla esprimere appieno durante i suoi anni al Politecnico, anche sperimentando nuovi protocolli formativi. La Honour Program School metterà in rete iniziative già consolidate e altre che nasceranno: i team studenteschi; il percorso Intraprendenti che permette a un gruppo selezionato di studenti delle lauree triennali di potenziare approcci di natura progettuale e addirittura di essere integrati in alcuni gruppi di ricerca; il percorso Grandi Sfide, dove migliaia di studenti di ingegneria al secondo anno delle triennali affrontano in gruppi interdisciplinari una sfida globale (Clima, Digitale, Energia, Mobilità, Salute, Tecnologie e Umanità) per elaborare soluzioni assistiti da un tecnologo e un umanista; le Challenge per l’Innovazione, dove gruppi interdisciplinari di studenti magistrali, elaborano soluzioni a sfide di innovazione di prodotto o processo industriale assistiti da un tutor aziendale; l’Alta Scuola Politecnica, frequentata da studenti magistrali dei Politecnici di Milano e Torino, dove si preparano gli studenti a affrontare le sfide dell’imprenditorialità e ad affrontare challenge in gruppo.