La filiera construction europea deve reagire ora

L’industria delle macchine per costruzioni e degli impianti per materiali da costruzione avverte del rischio di svantaggi competitivi di lungo periodo, causati da mutamenti dei mercati globali e da problemi strutturali interni all’Europa.
«Non vi è alcun dubbio che l’industria globale delle costruzioni crescerà nel lungo termine. Tuttavia, temiamo che ci venga attualmente sottratta la possibilità di partecipare a questa crescita», hanno concluso lo scorso settembre i membri del consiglio direttivo dell’associazione VDMA che rappresenta 3.600 aziende tedesche ed europee della meccanica e della costruzione di impianti.
Da tempo è chiaro, ancor prima che il settore sostenesse le sanzioni contro la Russia, che alcune regioni di mercato globali non sono più effettivamente accessibili ai produttori europei. Mercati come la Cina e l’India possono essere serviti solo tramite una produzione locale.
Allo stesso tempo, i costruttori europei di macchine per costruzioni si trovano in molti mercati terzi ad affrontare una concorrenza cinese dominante e spesso anche sleale. Contrariamente a quanto inizialmente dichiarato dalla Presidente della Commissione UE von der Leyen, l’accordo commerciale con gli Stati Uniti non ha portato stabilità duratura, ma è già diventato obsoleto a causa dell’estensione dei dazi sull’acciaio e degli ostacoli amministrativi associati per l’industria delle macchine da costruzione. Compensare le esportazioni perdute sul mercato interno europeo è praticamente impossibile a causa degli svantaggi legati alla localizzazione. Le misure annunciate di riduzione della burocrazia e di deregolamentazione sono ancora in sospeso. Da anni il settore chiede che regolamenti di sostenibilità, pur animati da buone intenzioni ma eccessivi, siano ridotti a un livello ragionevole per poter restare competitivi. Allo stesso tempo, la spesa per infrastrutture in Germania è urgentemente necessaria. Tuttavia, sarebbe più importante riformare il sistema inefficiente piuttosto che iniettare ulteriori risorse. Joachim Strobel, Presidente di VDMA Costruzioni – Macchine e Impianti (in foto), sottolinea “Possiamo ritenerci fortunati se quest’anno vedremo probabilmente solo un calo delle vendite del 5%. L’attenzione deve essere rivolta meno alle fluttuazioni congiunturali e più ai massicci problemi strutturali. I loro effetti non sono ancora visibili nei numeri, ma ci causeranno enormi difficoltà nei prossimi anni. Bruxelles e Berlino devono agire ora, altrimenti assisteremo a un processo in cui perderemo progressivamente competitività e un numero crescente di produttori sarà costretto a delocalizzare le proprie attività al di fuori dell’Europa.”
Il settore della macchine e attrezzature da costruzione ha un peso importante in Europa ed è formato sia da grandi industrie, sia e soprattutto da piccole e medie imprese che danno lavoro a circa 3 milioni di persone nell’UE-27. Di questi 3 milioni, oltre 1,2 milioni sono in Germania. Questo rende la filiera dei macchinari e degli impianti utili alla filiera delle costruzioni il più grande datore di lavoro tra le industrie di beni strumentali sia nell’UE-27, sia in Germania. Nell’Unione Europea il comparto rappresenta un volume d’affari stimato in 870 miliardi di euro. Circa l’80 per cento dei macchinari venduti nell’UE proviene da uno stabilimento produttivo situato nel mercato interno.