In anteprima la storia delle barriere ideate in Italia e prodotte in Cile Vita International e Tecnovial scrivono la formula della nuova sicurezza stradale planetaria




Condividere idee e progettualità globalmente, produrre e controllare localmente. Un punto fermo della buona imprenditoria di oggi e senz'altro di domani, vista anche la nuova direzione green che il movimento planetario prenderà a seguito dell'elezione, negli USA, di Joe Biden e del rinnovato feeling con i dettami dell'accordo sul clima di Parigi. Mettere a comune denominatore un approccio alla protezione stradale da una all'altra parte dell'Oceano, non semplicemente, come si suol dire, “commercializzando”, ma lavorando insieme su tutti i fronti, a partire da quelli strategici, e con un orientamento condiviso agli obiettivi. Che poi sarebbero la massima qualità e il miglior servizio alle rispettive clientele.

Foto Gallery: le barriere Made in Italy da Brescia alle Ande

 

(descrizione)La storia che racconteremo sul numero di leStrade Gennaio-Febbraio 2021 - e che potete leggere in anteprima assoluta web scaricando il PDF a questo linkanticiperà, per certi versi, una sensibilità nuova al concetto di “export” (o di “import”, dipende da che lato la si veda), e sarà è sopratutto una storia di persone dalle ampie vedute, dalle competenze certe e dalla passione in grado di far gettar loro il cuore oltre l'ostacolo, anzi “oltre l'Atlantico”, nel caso specifico, ponendo le basi di una collaborazione tra realtà imprenditoriali di due Paesi lontani, ma storicamente molto simili, Italia e Cile.

La storia è quella della collaborazione, avviata ormai cinque anni or sono, tra Vita International e Tecnovial. La prima è un'innovativa (anche e soprattutto dal punto di vista della sostenibilità ambientale) azienda attiva nel campo della progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi di sicurezza, con sede a Travagliato (Brescia), che tra le altre cose è recentemente entrata nella prestigiosa classifica "Leader della crescita 2021", organizzata da Il Sole 24 Ore e Statista, che individua le 450 aziende italiane (selezionate su un campione di 7.000 unità) con il maggior incremento di fatturato nel periodo 2016-2019.

Tecnovial, da parte sua, è operativa in Cile da oltre un ventennio dove mette a punto e fornisce molteplici soluzioni per le infrastrutture, nonché per il settore minerario e industriale in genere. Pluricertificata in tutti gli aspetti produttivi (dalla qualità all'ambiente, passando per la sicurezza sul lavoro), Tecnovial vanta uno stabilimento produttivo di circa 20mila metri quadrati di superficie complessiva e circa 120 collaboratori, tra ingegneri e operai specializzati.

Tra i suoi prodotti, condotte in acciaio corrugato, barriere acustiche e soprattutto barriere stradali di sicurezza, in acciaio così come in “metal-madera, come si dice da quelle parti. Per una panoramica generale sulle soluzioni e le applicazioni infrastrutturali Tecnovial, si rimanda al dettagliato sito web dell'azienda cilena (clicca qui). Per approfondire, invece, la storia della collaborazione con la nostra Vita International che, come vedremo, ha consentito di portare le barriere “Developed in Italy” non solo sulle bellissime strade che costeggiano la cordigliera andina del Cile, ma anche in molti altri paesi dell'America Latina, leStrade ha intervistato l'ingegner Luis Araya Gonzàlez, lo specialista che fin dai primi passi ha avuto modo di collaborare con l'azienda bresciana.

La formula del successo di questa iniziativa: aver costruito una partnership sulla base della quale le barriere in legno-acciaio italiane vengono prodotte, dopo opportuni adattamenti e seguendo specifiche controllate e validate, anche nello stabilimento di Santiago del Cile, per essere quindi installate in molti Paesi dell'America Latina. Non semplice "commercializzazione", dunque, ma un procedimento che consente di garantire la massima qualità nel tempo a costi competitivi. E sopratutto un lavoro sinergico sull'innovazione, che non deve mai stare ferma.