Ferraris: nei prossimi 10 anni investimenti per 160 miliardi di euro per RFI e Anas




"Lo scenario è complesso, con pandemia e guerra", ma "vediamo che mediamente c'è voglia di infrastrutture: le comunità chiedono di essere connesse e di avere investimenti". Lo ha detto Luigi Ferraris, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato italiane, intervenendo al congresso nazionale della Filt Cgil ad Aci Castello, nel catanese, sottolineando, come riporta l’Ansa, che "la situazione non è semplice, ma c'è un dato positivo: vedo un'attitudine diversa da parte delle autorità locali, un governo che spinge sulle infrastrutture e la volontà dell'Europa di realizzarle". 

(descrizione)“È evidente che per un Paese come il nostro - ha aggiunto Ferraris - che ha infrastrutture stradali e ferroviarie che ha mediamente un'età che va intorno a 60 anni significa che siamo all'inizio di un percorso che ci deve vedere fare investimenti importanti, di trasformazione, ma non per i prossimi 4-5 anni, ma mi viene da dire 10-15 anni, e forse anche oltre. E a questo bisogna aggiungere la continuità con i servizi che già svolgiamo sulle infrastrutture esistenti e la necessità di fare manutenzione in tempo reale". A tal proposito infatti l’Amministratore delegato del Gruppo FS ha illustrato gli investimenti messi in campo dalle controllate Rete Ferroviaria Italiana e Anas. I fondi del Pnrr e i contratti di programma realizzati con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti "complessivamente portano ad un orizzonte di investimenti intorno ai dieci anni che tra Rfi e Anas arrivano a 160 miliardi di euro, probabilmente tendente ad aumentare". 

"Questa mole di investimenti – prosegue Ferraris - porta ad avere a noi ferrovie cantieri aperti per 30 miliardi di euro e più che vanno da Nord a Sud. In dieci anni ci spettiamo di avere un aumento della capacità di trasporto ferroviario, nuovi binari e nuova possibilità di trasportare passeggeri, nell'ordine del 20%. Ci aspettiamo un aumento del 30% dei passeggeri trasportati su rotaia. E questo è un combinato tra la nuova infrastruttura e la spinta ad aumentare l'utilizzo del treno che passa attraverso soluzioni multimodali".

Per Ferraris, inoltre, "il tema della logistica è fondamentale per un Paese come il nostro che può essere un hub nel Mediterraneo, quindi intercettiamo un grande traffico di merci dall'Oriente, e ora a maggior ragione con quello che sta succedendo a livello geopolitico. Noi vogliamo raddoppiare il volume di merci - ha sottolineato - e tutto questo non potrà prescindere dal nostro rapporto con l'Europa, evitando dei colli di bottiglia. La merce deve essere smaltita velocemente. Abbiamo una rete di 17mila chilometri, abbiamo una fibra ottica che ci accompagna in questa rete per la trasmissione di dati interni. Ed è chiaro che pensando al futuro dobbiamo guardare anche a una rete digitale e potenziare la fibra ottica lungo la nostra rete con apparati che rilancino il segnale e consentano di averlo sui treni, sia alta velocità che regionali, e permettere di collegarsi chi è a bordo. È un progetto - ha concluso l’ad - che sta partendo e che può vedere la luce in 5-6 anni nel 70% delle distanze percorse. E che può favorire anche lo sviluppo di zone rurali dove il segnale non c'è, ma dove i treni passano, offrendo noi la connettività, ad esempio, agli iscritti della Coldiretti".