Bridge|50, un database per salvare i ponti "ultracinquantenni" dal degradoIntervista al segretario del comitato scientifico del progetto di ricerca, ingegner Carlo Beltrami




di Fabrizio Apostolo

Lieti di riparlarne, perché il tema è cruciale. Il progetto di ricerca BRIDGE|50 ha lanciato una manifestazione d'interesse denominata “Soggetti Sponsor” (per i dettagli si riamanda alla sezione ad hoc sul sito) con l'obiettivo di allargare il fronte di interesse e partecipazione sull'iniziativa da vari punti di vista: economico, ma anche di supporto tecnico-scientifico o formativo/divulgativo.

(descrizione)A proposito di divulgazione, leStrade è orgogliosa di aver affiancato il team di lavoro di BRIDGE|50 fin dai primi passi di questo cammino, che nasce dal grande cantiere della demolizione del viadotto Grosseto, a Torino, nell'ambito del nuovo tratto ferroviario di innesto con la Torino-Ceres a cui abbiamo dedicato un ampio reportage sul numero di leStrade 11/2018 (“L'infrastruttura che riqualifica”), dando contestualmente notizia del progetto.

Un ulteriore approfondimento, sempre sulla nostra rivista, è stato curato da Carlo Beltrami e Fabio Biondini, rispettivamente segretario e coordinatore scientifico di BRIDGE|50 sul numero di Febbraio di quest'anno (si veda “Le prestazioni nel tempo delle opere d'ingegneria”). Ora la manifestazione d'interesse, che sul piano tecnico coinvolgerà attori interessati a temi quali l'affidabilità degli elementi strutturali a fine ciclo di vita; rilievo, indagini, prove e rinforzo di elementi strutturali a fine ciclo di vita; sviluppo di nuovi materiali, tecnologie e strumentazioni per la valutazione di elementi strutturali a fine ciclo di vita. Per saperne di più sul progetto in generale e su questo step in particolare, abbiamo intervistato proprio l'ingegner Carlo Beltrami, direttore tecnico di Lombardi Ingegneria. Prima di riportare le sue considerazioni, ci corre l'obbligo di citare i membri del progetto, ovvero Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Lombardi Ingegneria, SCR Piemonte, Regione Piemonte, Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Torino Nuova Economia, ATI Itinera-CMB, ATI Despe-Perino Piero, Studio Ing. Luigi Quaranta. Il comitato scientifico è invece presieduto dall'architetto Sergio Manto, di SCR Piemonte, la società di committenza della Regione.

Ingegner Beltrami, come nasce il progetto BRIDGE|50?

(descrizione)Nasce dall'appalto di SCR Piemonte riguardante la ferrovia Torino-Ceres e dalla demolizione del viadotto di largo Grosseto, a Torino, propedeutica alla riqualificazione di un nodo urbano di grande importanza e di tutta l'area circostante. Nel corso dei lavori di demolizione, nelle vesti di progettisti abbiamo proposto di costituire un gruppo di ricerca finalizzato allo studio dello stato di conservazione delle strutture in calcestruzzo del viadotto, dalle travi ai pulvini, giunte ormai a circa 50 anni di vita utile. Stiamo parlando di un'opera inserita per decenni in un ambiente urbano aggressivo e che ha conosciuto diversi fenomeni di degrado. Attuarne una specie di “collaudo finale”, a seguito del suo smantellamento, può essere determinante per molteplici aspetti: verificare le ipotesi iniziali di progetto, conoscere l'effettivo comportamento delle strutture nel contesto e rispetto ai degradi subiti e raccogliere informazioni preziosissime per lo studio di altre opere dalle caratteristiche simili.

Ci spieghi meglio.

Ad oggi, ed è cosa nota, sussistono vaste aree di incertezza circa le prestazioni e la vita utile di strutture già gravate da decenni di “fatiche”, incertezza che si cerca di colmare con previsioni statistiche, supportate, tuttavia, da dati ancora limitati. Ecco, proprio l'implementazione del database di conoscenze sui “ponti cinquantenni” potrebbe essere la strada giusta per prendere le migliori decisione di manutenzione e gestione.

Tutto chiaro, nonché, possiamo dire, urgente e necessario: ci può a questo punto illustrare il senso della manifestazione d'interesse?

È un'iniziativa di apertura da un lato a soggetti che possano essere interessati a finanziare il progetto, che ha una forte valenza scientifica, ma anche civica, dall'altro a operatori del nostro settore che potrebbero avere interesse nel testare nuove procedure di rinforzo di una trave, per fare soltanto un esempio, o essere in vario modo coinvolti in un “laboratorio allargato” di prove in scala reale nel campo dell'ingegneria civile. Ci stiamo muovendo, tra l'altro, anche per attivare nuove collaborazioni di ricerca a livello internazionale. La partita è importante e non può essere circoscritta, ma deve attivare a sé le intelligenze e sensibilità tecniche che la considerino cruciale.

Praticamente, i nuovi soggetti cosa devono fare?

Sul sito ci sono già tutte le informazioni utili: per questa manifestazione di interesse abbiamo individuato una finestra temporale 15 settembre-15 novembre e nel caso certamente verrà ampliata. Ad ogni modo, è sufficiente contattare il comitato di gestione, attraverso la pagina dedicata, per ottenere tutti i ragguagli del caso.

Quale potrebbe essere la mossa giusta, a suo parere, per diffondere al massimo grado l'approccio “sperimentale” messo in atto con il viadotto di largo Grosseto?

Quello che in futuro ci vorrebbe, e a cui stiamo lavorando, è una legge che stabilisca di destinare alla ricerca, riguardante le cause dei degradi e lo stato di salute delle strutture, una parte dei residui della demolizione di un'opera edile o infrastrutturale. È in fondo lo stesso principio ispiratore che ha consentito lo sviluppo dell'anatomia patologica, in medicina. Prima di “buttare via tutto”, o recuperarlo in vario modo, sarebbe interessante recuperare quel bagaglio di informazioni che ogni opera costruita possiede. Attuare una sorta di collaudo strutturale finale, in pratica, in aggiunta a quello che si fa prima della messa in esercizio.

I prossimi step di BRIDGE|50?

Il campo prove è allestito a Torino, in zona Mirafiori, presso le aree di TNE in gestione al Politecnico di Torino. Le prove in grande scala sulle travi di impalcato verranno condotte con l'ausilio di un telaio in acciaio e una strumentazione appositamente progettati e messi a disposizione a cura del centro interdipartimentale SISCON, istituito con il fine di promuovere ricerca, trasferimento tecnologico e consulenza nel campo delle infrastrutture civili. Le travi verranno posizionate sul telaio tramite gru e assoggettate a prove di carico fino a collasso impiegando martinetti e numerose strumentazioni di rilievo. Ma ci sarà molto altro. Una presentazione organica delle attività alla comunità tecnica è prevista alla fine di quest'anno. 

leStrade ci sarà e ve le racconterà. Per ulteriori info: bridge50.org