Asphaltica World 2025
Siteb: oggi una strada su tre in Italia è riciclata
Negli ultimi quindici anni l'Italia ha fatto un grande salto di qualità per riciclo dell'asfalto. Resta, però, ancora un 40% di fresato (circa 7 milioni di tonnellate sul totale di 17 mln di tonn. prodotte ogni anno) che non viene valorizzato e finisce nei sottofondi oppure depositato in attesa di essere impiegato o smaltito in discarica. È quanto riportato da Siteb (Associazione Strade Italiane e Bitumi) in occasione di Asphaltica World 2025.
"I dati di oggi confermano che il fresato d'asfalto è un materiale di grande valore tecnico e ambientale", ha spiegato Stefano Ravaioli, Direttore di SITEB. "Abbiamo però un limite tecnico collegato alla capacità di lavorazione degli impianti per la produzione di conglomerato bituminoso. In Italia, oggi, salvo qualche eccezione, si riesce ad utilizzarne in media solo il 30% perché sono macchine abbastanza vetuste con almeno 20 anni di vita. Se nei prossimi anni riusciremo a rinnovare il parco impianti, questa quota potrebbe facilmente aumentare fino al 50%, di conseguenza potremo arrivare a risparmiare fino a 17,5 milioni di tonnellate di inerti e 700.000 tonnellate di bitume anno, per un valore complessivo di oltre 750 milioni di euro. Un potenziale enorme per la nostra economia circolare. Gli investimenti necessari per adeguare gli impianti sono enormi e possono essere attuati solo se si potenzia la domanda di prodotti con elevato contenuto di riciclato, fresato in primis, adeguando gli strumenti legislativi per gli aspetti ambientali e aumentando le quantità previste nei progetti".

Negli ultimi anni il quadro normativo si è arricchito di strumenti importanti – come i Decreti End of Waste sul fresato e sui rifiuti inerti da costruzione e demolizione e i Criteri Ambientali Minimi (CAM) Strade – che spingono verso un maggiore impiego del materiale riciclato.
Ravaioli ha sottolineato poi nel corso del talk dal titolo "Infrastrutture stradali sostenibili e durevoli" tenutosi nel corso della manifestazione: "la ricerca accademica nel nostro Paese ha dato risultati estremamente positivi, ma l'utilizzo effettivo del fresato è ancora oggi frenato dalla burocrazia che ostacola l'acquisizione delle autorizzazioni necessarie e da limiti massimi al contenuto del fresato previsti nei vecchi capitolati speciali d'appalto. Il DM279/24 (noto come CAM Strade), da poco entrato in vigore, rappresenta un'opportunità concreta, ma vanno rafforzate le prescrizioni sull'uso minimo di fresato, anche negli strati più profondi delle pavimentazioni per rendere davvero efficiente la circolarità delle risorse".
