Manutenzione, opera grande tra le grandi opereIl tema al centro di un convegno di Rete Democratica Italiana




Il 29 gennaio a Roma un convegno di alto livello farà il punto sulle necessità manutentive del nostro patrimonio di ponti e viadotti mettendo l'accento sugli strumenti già messi in campo (come il Decreto del Fare) e ancora da prevedere per risolvere le numerose criticità.

"Niuna cosa ha maggiore influenza nella produzione di un Paese che la viabilità […] Le strade vivificano l’agricoltura, creano industrie, danno origine ai commerci […] la statistica delle strade è la statistica della ricchezza di un Paese". Così il Ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Devincenzi, nel corso di una delle prime sedute del Parlamento del Regno d’Italia, correva l’anno 1861, identificava con grande lucidità il ruolo cruciale delle infrastrutture stradali. E, interpretiamo modestamente - e riteniamo correttamente - noi 153 anni dopo, dell’importanza di tenerle in efficienza.

Il tema, quello della manutenzione del nostro patrimonio infrastrutturale, è di quelli che leStrade coltiva fin dalla sua nascita, che non si discosta poi tanto da quell’anno storico (si trattava, per la cronaca, del 1898). Oggi, con l’impulso del Decreto del Fare, la questione è tornata alla ribalta, non più e non soltanto sul piano della "denuncia" del degrado e dell’insicurezza, ma anche su quello della proposta concreta (economico-finanziaria e tecnica) per risolvere il problema, o, quantomeno, avviare un percorso virtuoso e fattivo.

Va in questa direzione un appuntamento dal titolo 'La manutenzione dei ponti per la sicurezza stradale: opera tra le grandi opere' che la Sala Conferenze dell’ACI di Via Marsala, a Roma, ospiterà il prossimo 29 gennaio. Organizza Rete Italiana Democratica con il suo Dipartimento Infrastrutture e Trasporti di cui fa parte, tra gli altri, l’Ing. Pasquale Cialdini, da tempo tra le prime firme di leStrade, che sul numero dell’ottobre 2011 realizzò un interessante focus tecnico proprio su questo specifico argomento.

(descrizione)Notano gli organizzatori: "Abbiamo un patrimonio da salvare: i numerosi ponti e viadotti che si trovano sulle nostre strade, circa 14.000 sulla sola rete stradale gestita da Anas, in maggior parte costruiti nel secondo Dopoguerra, prima della legge 1086/71 che regolamenta le costruzioni in cemento armato, e progettati per sostenere volumi di traffico molto inferiori a quelli attuali. L’uso del sale per evitare le formazioni di ghiaccio ha, inoltre, contribuito alla corrosione delle armature abbreviando la già limitata vita utile del cemento armato.

Negli anni passati pochissime sono state le risorse stanziate per gli interventi di manutenzione, quindi non c’è da meravigliarsi se oltre 5.000 ponti della rete Anas ed un numero imprecisato, ma considerevole, delle altre reti stradali regionali, provinciali e comunali presentano criticità rilevanti".

Si rendono più che mai necessari - proseguono gli esperti - urgenti interventi per scongiurare gravi rischi e chiusure al traffico di estesi tratti di strada, spesso uniche vie di accesso a vaste e popolose aree del nostro PaeseUn primo concreto segnale positivo viene proprio dal Decreto Del Fare che nel luglio scorso ha stanziato 300 milioni di euro per la manutenzione e l’adeguamento di alcuni ponti e viadotti prioritari, consentendo all’Anas di approntare i bandi di gara" (si veda, tra l’altro, l’articolo a firma di Giuseppe Scanni su leStrade - settembre 2013).

"È necessario - è la chiosa - continuare in questa direzione: è un atto dovuto per la sicurezza dei cittadini che quotidianamente impegnano la rete stradale, oltreché per la conservazione del patrimonio infrastrutturale e la sicurezza del territorioL’importo complessivo di un’opera grande di risanamento di migliaia di ponti distribuiti sulla rete di interesse nazionale è della dimensione di una grande opera, circa 5 miliardi di euroRispetto a un’unica grande opera consente di dar luogo a uno sviluppo diffuso su tutto il territorio nazionale, di produrre lavoro per numerose piccole e medie imprese di costruzione nazionali e di creare occupazione, il tutto con celerità di appalto e facilità di cantierizzazione. Il miglioramento della sicurezza stradale produrrà anche benefici economici e sociali derivanti dalla consistente riduzione di spesa sanitaria nazionale".

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