Archi-stazione a Reggio EmiliaLa grande opera porta la firma di Santiago Calatrava




Dal 9 giugno scorso l’alta velocità ferroviaria fa tappa a Reggio Emilia, dove è entrata in attività la Stazione Mediopadana progettata da Calatrava dalle caratteristiche “onde di vetro” 

di Federico Gervaso

Inaugurata l’8 giugno, la nuova stazione di Reggio Emilia dell’Alta Velocità è stata aperta al traffico il giorno successivo. Si tratta di una sorta di "unicum" (Reggio è l’unica città di medie dimensioni che ha un’infrastruttura di questo genere) che per qualche mese coabiterà ancora con le ultime lavorazioni.

La presenza di una fermata in linea, l’unica sulla tratta AV tra Milano e Bologna, è la conseguenza di una scelta meditata da parte del Comune, che ha optato per un disegno complessivo - firmato da Santiago Calatrava - che comprende anche i tre famosi ponti in prossimità del casello autostradale. Nella costruzione del viadotto Mancasale, si era già tenuto conto della futura fermata, prevedendo per una lunghezza di circa 500 m la presenza di quattro binari, due di corsa e due di sosta. La fermata vera e propria invece è stata oggetto di un successivo appalto di RFI con gara vinta dalla friulana Cimolai.

Il progetto è costituito prevalentemente dalla copertura delle banchine della stazione, dove gli utenti possono intercambiarsi sia con i treni della linea Reggio-Guastalla - che li collega con la storica stazione centrale in pochi minuti -, sia con il traffico su gomma pubblico e privato. Inoltre la presenza della vicina Fiera costituisce un ulteriore motivo di richiamo.

Il progetto prevede una serie di servizi sussidiari alla stazione: si tratta della riqualificazione delle aree esterne pertinenti, quali la sistemazione del parcheggio di corrispondenza, le pensiline della fermata dei bus e la pensilina della stazione regionale del tracciato Reggio-Guastalla.

Il viadotto Mancasale della TAV si integra completamente nella struttura della nuova stazione AV, senza necessità di adattamenti strutturali. Il progetto prevede che la struttura per la copertura e le banchine siano completamente indipendenti dal viadotto, in modo tale da non indurre interferenze strutturali significative con il viadotto stesso. Gli elementi strutturali della copertura delle banchine formano un corpo ben caratterizzato e definito che si allinea e integra il viadotto Mancasale, senza indurre al medesimo carichi o altre azioni di rilievo.

L'articolo completo è pubblicato su leStrade giugno 2013 nella sezione Infrastrutture&Mobilità.